Psicodiagnostica

Il termine diagnosi si riferisce in senso generico a qualsiasi tipo di valutazione che ha lo scopo di acquisire innanzitutto una precisa conoscenza delle condizioni dell’oggetto della valutazione, e di stabilire poi adeguati interventi che dovrebbero modificare le condizioni iniziali.

La psicodiagnostica, che riguarda la valutazione psicologica e psichiatrica, è uno specifico ambito di valutazione scientifica che si occupa della conoscenza delle condizioni mentali di un soggetto quando si ipotizza un disagio di cui è opportuno individuare i caratteri, la gravità  e l’estensione. E si intende per disagio lo stato di sofferenza, spesso anche accompagnato da menomazioni di funzioni psichiche o mentali, che richiede comunque una valutazione precisa.

Lo scopo della valutazione è che se ne possa dare la definizione appropriata in base alla classificazione internazione ufficiale dei disturbi mentali, il DSM IV, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, che si profili una approfondita conoscenza psicologica del soggetto e che si possano suggerire idonei interventi terapeutici.

In altre parole, con la diagnosi si attiva il primo momento di un ipotetico processo che a partire dalla valutazione iniziale dovrebbe procedere verso un cambiamento delle condizioni psicologiche del soggetto, da seguire attraverso la terapia.

Ma al di là  di una definizione così generica da renderla sicuramente accettabile, gli aspetti più specifici della valutazione diagnostica in termini di metodi, obiettivi e contenuti, hanno spesso una diversità rilevante in quanto il percorso conoscitivo che porta alla formulazione conclusiva è un’operazione di lunga elaborazione che richiede molti passaggi, molti livelli di indagine e molta competenza.