La coppia che non si abbraccia

Per capire le varie implicazioni che possono derivare da una coppia che non si abbraccia, basti pensare che da diversi decenni moltissimi autori, sostengono che un bambino per crescere sano, ha bisogno di tenerezza, carezze, contatto corporeo. Ricerche condotte sugli animali hanno dimostrato l’importanza della stimolazione tattile passiva già nei primi mesi di vita. Si è visto che: se i cuccioli di topo vengono separati dalla madre, nel loro organismo si registra una brusca caduta nella produzione di ormoni della crescita, ma quando si simulano le attenzioni materne con il contatto di un pennello umido la secrezione degli ormoni riprende con regolarità. Se invece la stimolazione passiva viene del tutto eliminata, ne risentono drammaticamente sia la crescita del corpo sia lo sviluppo dell’encefalo (Mente e Cervello,2005).

Partendo da questi dati, alcuni pediatri svedesi hanno sviluppato nuove forme di terapia per bambini nati prematuramente. Il ricorso a massaggi delicati in tutto il corpo contribuisce a ridurre la secrezione di ormoni dello stress, migliora la qualità del sonno e il tasso di crescita dei piccoli, non solo, la maggior parte dei ricercatori ritiene che i primi contatti corporei influenzino in modo decisivo lo sviluppo delle facoltà cognitive e sociali.
Altri studi, hanno evidenziato che “lo sviluppo della funzione del timo” e di conseguenza, della regolazione immunitaria, la capacità di sopportare lo stress e le facoltà di apprendimento, vengono favoriti quando il bambino riceve carezze, soprattutto durante i primi 10 mesi di vita (Montagu, 1977).

Anche agli animali piace essere accarezzati, un esempio eclatante è quello dei gatti che adorano essere coccolati ed accarezzati e così i cani. Accarezzare, toccare permette una comunicazione che spesso và oltre le parole. Sentire il corpo caldo di un’altra persona dà sensazioni fortissime.
All’inizio di una storia d’amore i partner spesso si toccano, si abbracciano, si accarezzano e fare l’amore diventa il compimento del loro grande sentimento. I due si cercano, desiderano dare e ricevere carezze, baci. I loro corpi danzano nel piacere del toccarsi, del contattarsi. Qualcosa di molto personale li spinge ad incontrarsi. A volte il desiderio di essere toccato è così forte che spesso ci si rivolge all’altro per cercare il suo calore.

Le cose cambiano…

Ma purtroppo, succede che le cose cambiano e i due partner ma mano che procedono per la loro strada la prima cosa che abbandonano è il toccarsi, l’accarezzarsi. Solo nei momenti in cui si fa l’amore i due corpi urlano di gioia. Le carezze diminuiscono sensibilmente, gli abbracci spariscono e pian piano i loro corpi si allontanano sempre di più. Un abbraccio aiuta a contenere, a definire, a far sentire l’altro amato ma con il tempo ci si dimentica quanto bene ci fa un abbraccio. Il contatto comincia a diventare una forma di potere. “io non mi do” “allora neanche io mi do”.

Ognuno comincia a pensare a sé e tutte quelle splendide emozioni vengono a diminuire. Cominciamo a sentire quanto ci manca un abbraccio ma “ eroicamente” andiamo avanti.

A volte scopriamo che il contatto ci piace talmente che preferiamo evitarlo. Troppa intensità, troppo piacere a cui non siamo abituati.
Meglio riprendere la vecchia posizione. “Stò così bene senza contatto”. Le emozioni mi spaventano. “ Se io non lo/la tocco, lui/lei sicuramente non mi toccherà. Il proprio ego sarà felice di questa notizia!

Toccare, accarezzare, contattare l’altro non è facile. Ma dentro di noi sappiamo che c’è una vocina che ci chiede di farci abbracciare, baciare ogni giorno.
Cedere al suo richiamo ci permette di riavvicinarci a colui/colei che un tempo era spesso a contatto con il nostro corpo. Lavorare sulle difficoltà che appaiono dopo la fase iniziale, piena di grande passione, ascoltare il grande desiderio che c’è dentro di noi e chiedere quello che vogliamo può aiutarci a stare meglio e perché no, aiutarci a combattere lo stress della vita quotidiana.

Dott. Giacomo Del Monte