La sterilità maschile

Nel definire la sterilità maschile possiamo trovare due tipi diversi di sterilità:

  • sterilità primaria: mancato concepimento per un periodo di due anni nonostante la regolarità dei rapporti sessuali;
  • sterilità secondaria: colpisce coppie che hanno già concepito e che per un periodo di due anni non riesce ad avere un’altra gravidanza.

Definizone di sterilità

L’OMS ha stabilito una terminologia che si rifà a riferimenti temporali precisi:
sterilità primaria: mancato concepimento per un periodo di due anni nonostante la regolarità dei rapporti sessuali
sterilità secondaria: colpisce coppie che hanno già concepito e che per un periodo di due anni non riesce ad avere un’altra gravidanza
infertilità: definisce la situazione di una donna che arriva ad avere una gravidanza ma non riesce a portarla a termine.
La sterilità è fisiologica nella donna, prima della pubertà e dopo la menopausa. Essa va distinta dall’infertilità, che per la donna è l’incapacità di portare avanti  la gravidanza fino al momento in cui il feto è in grado di sopravvivere fuori dall’utero; per quanto concerne il maschio, la sterilita’ puo’ avere causa genetica, neuro-endocrina, testicolare e malformativa e puo’ manifestarsi come impotentia generandi (ossia incapacita’ a fecondare) e/o coeundi (ossia impossibilita’ a copulare). Le principali forme di sterilita’ sono comunque riconducibili ad una sterilita’ secretoria (sottesa a problemi di capacita’ fecondante degli spermatozoi e di alterazioni del plasma seminale) o ad una sterilita’ escretoria (legata a problemi alle vie che portano gli spermatozoi in vagina).
La sterilita’ secretoria puo’ essere primitiva (anomalie congenite, cromosomiche o genetiche, del testicolo) o secondaria (azione scorretta di ormoni sul testicolo, infiammazioni, problemi vascolari, criptorchidismo, alterazioni delle funzioni delle ghiandole sessuali accessorie). Il fumo, l’abuso di alcool, l’esposizione ad alte temperature (con conseguente ipertermia scrotale), le radiazioni ionizzanti e le microonde, varie sostanze tossiche endogene ed esogene, l’uso di droghe (eroina, metadone, etc.), l’uso di alcuni farmaci (come alcuni neurolettici, gli antidepressivi triciclici, gli ormoni sessuali, etc.), alcune alterazioni nutrizionali, sono tutti fattori causali di sterilita’ secretoria.
La sterilita’ escretoria e’ causata da occlusione delle vie escretrici ad un qualsiasi livello: rete testis, epididimo, dotto deferente, uretra.
L’occlusione puo’ essere congenita (ad esempio: agenesia del deferente) o acquisita per infiammazione (per lo piu’ conseguente ad infezione, ad esempio da gonococco, mycoplasma, clamidia), per trauma (a volte operatorio), per tumore (ad esempio cisti dell’epididimo).
Anche amfetamine, LSD, marijuana, antagonisti delle prostaglandine ed altri farmaci e droghe, alterando i meccanismi dell’erezione, sono cause di sterilita’ potremmo dire escretoria, cosi’ come le cause di impotenza a dinamica psichica.

Diagnosi di sterilità

Numerose ricerche riportano l’esperienza della sterilità come una condizione emotiva di grande sofferenza sia per l’uomo che per la donna. Gli accertamenti e le terapie della sterilità sono,  lunghi, tormentosi e pieni di obblighi e la coppia che li intraprende deve esserne consapevole (Acocella et al., 1991).

Molto importante è il colloquio iniziale, al quale la coppia giunge dopo incertezze, discussioni e ripensamenti. Le persone che si confrontano con questa realtà si percepiscono come corpi malati, a cui è stato sottratto il diritto di procreare. Si vedono caratterizzati dalla perdita di qualcosa, che può essere di un prestigio personale, di un senso di sicurezza, di una fiducia in se stessi, dell’autostima (Jacopini, 1992). Tutto ciò non induce solo un cambiamento a riguardo della funzione riproduttiva, ma investe completamente la persona. La scoperta e consapevolezza della sterilità diviene causa di alterazione della vita della coppia, motivo di sofferenza e di angoscia. Essa sviluppa una rottura nella continuità dei processi di evoluzione della personalità, alterando la percezione di sé e del proprio corpo, incrinando i meccanismi più profondi dell’identificazione: l’essere uomo e l’essere donna (Flamigni, Mutinelli, 2001)  L’immagine di sé che si sviluppa è una immagine personale negativa, caratterizzata da un flusso di emozioni difficilmente governabili.Le persone si trovano a vivere ambivalenti sentimenti di vergogna e di invidia verso chi ha avuto la possibilità di procreare. Si disprezzano e si sentono disprezzati per questa loro incapacità a procreare.

Alcune indagini hanno evidenziato che le donne e gli uomini non reagiscono allo stesso modo alla diagnosi di sterilità; le donne infatti, rispetto agli uomini, mostrano livelli più alti di ansia, di perdita di autostima, di depressione.
Nell’uomo la diagnosi di infertilità genera una diminuzione dell’autostima in quanto il maschio è ancorato ad una tradizione culturale che tende a confondere virilità e fertilità e a confondere anche l’incapacità a generare con l’inadeguatezza sessuale lamentando una forte perdita nel senso di idoneità virile. La diagnosi di sterilità rappresenta quindi un blocco ed una paralisi della vita emozionale di un uomo, un duro attacco all’immagine di sé.

La perdita di prestigio, che spesso gli uomini avvertono, non va sottovalutata; bisogna ricordare a tal proposito che in Medio Oriente e in Asia sono frequenti i casi di suicidio di uomini a causa dell’acquisita consapevolezza della propria sterilità.

Sentimenti che accompagnano la diagnosi di sterilità

Le ricerche antropologiche dimostrano che la sterilità viene considerata come una delle peggiori “disgrazie” in quanto rappresenta la negazione del bisogno e l’annullamento del potenziale riproduttivo insito in ogni uomo.
La sterilità può provocare una frattura nelle organizzazioni della personalità adulta e minare la sicurezza di base e il sentimento di identità personale. (Pasini, 1973). Ad essa si accompagnano sentimenti quali:

  • SORPRESA – generalmente l’uomo non ha mai messo in dubbio la propria capacità procreativa, ha usato spesso metodi contraccettivi prima di prendere la decisione di avere un figlio, vivendo nell’assoluta convinzione di potere avere figli subito e senza problemi; da ciò consegue che la prima reazione alla diagnosi di sterilità sia di sorpresa
  • RIFIUTO – questo sentimento è caratterizzato dalla negazione della condizione di sterilità da parte dell’uomo. Questa reazione è considerata del tutto normale se limitata ad un breve periodo, viceversa, diviene patologica se si protrae nel tempo, in quanto si ha la negazione del problema .
  • RABBIA – tale reazione si genera dalla convinzione dell’uomo di avere subito un’ingiustizia e di non meritare la condizione di sterilità. Se è limitata nel tempo e se non è rivolta contro gli altri, la rabbia rappresenta una reazione psicologica normale, al contrario deve essere considerata patologica quando si prolunga nel tempo e/o quando l’uomo sterile la rivolge contro gli altri.
  • ISOLAMENTO – l’uomo sterile insieme alla compagna tende ad isolarsi dalle famiglie di origine e dagli amici. Questo ritiro dalla vita sociale è teso a volere evitare le occasioni che ricordano alla coppia condizioni di sterilità; ciò può causare stress e tensione tale da generare disagi ed incomprensioni sia nella sessualità che nella relazione.
  • COLPA – il senso di colpa e la colpevolizzazione dell’altro sono due vani tentativi messi in atto dall’uomo con lo scopo di trovare una giustificazione della sua condizione di sterilità. È uno dei sentimenti più frequenti.
  • DOLORE – soprattutto all’interno della coppia è causato dalla perdita della “vita potenziale” di un figlio che in realtà non è mai esistito; è un dolore solitario che non può mai essere condiviso con gli altri; infatti, la coppia spesso “piange” da sola per una perdita tenuta gelosamente nascosta agli altri. Il dolore è un sentimento necessario affinché possa aversi la risoluzione positiva delle reazioni psicologiche causate dalla sterilità e solitamente preannuncia la risoluzione problematica in corso
  • RISOLUZIONE – è necessario che l’uomo, al fine di affrontare il problema, consideri la propria sterilità come una condizione e non come una menomazione, conservando la lucidità necessaria per affrontare il problema.

Terapia della sterilità

La terapia per l’uomo è essenzialmente ormonale. Se il numero degli spermatozoi è basso, la probabilità di concepimento per la partner può aumentare se si attua un’inseminazione artificiale omologa (eseguita cioè con il seme del partner), la cui tecnica è esattamente la stessa impiegata per l’inseminazione artificiale eterologa (quando il seme proviene da un donatore).
La terapia chirurgica per l’uomo consiste in interventi che hanno lo scopo di ripristinare la pervietà dei dotti seminali o di eliminare la presenza di varicocele. Qualsiasi infezione che possa compromettere la fertilità sia nel maschio sia nella femmina deve essere trattata con farmaci. Nel caso di sterilità la cui base venga riconosciuta prevalentemente di natura emotiva, la psicoterapia è in grado di dare risultati migliori rispetto a qualsiasi trattamento di natura fisica o farmacologia.

La sterilità nella coppia

La diagnosi di sterilità irrompe gravosamente nella vita della coppia ponendola in una condizione di forte sofferenza emotiva. Essa acquista connotazioni di morte, di diniego della continuità familiare, di angosce di svuotamento, di castigo, di solitudine e di vergogna.
La condizione di sterilità costituisce nella coppia uno stato di disordine psicologico, sia da un punto di vista personale che relazionale. Tale condizione è riconosciuta come “crisi di vita” capace di generare frustrazioni, stress, sentimenti di inadeguatezza e di perdita.
Dopo la diagnosi di sterilità, l’incremento dell’ansia può influenzare lo status ormonale e dare origine alla sintomatologia psicosomatica. Le coppie spesso presentano un senso di malessere generalizzato, un disagio non definibile che è stato designato come “ansia da fecondazione”.
Spesso il disagio si estende ai rapporti interpersonali; infatti, la coppia continua a non tollerare il continuo confronto con chi non vive tale condizione, soffre nell’assistere alla felicità altrui e non si sente compresa. Anche la sfera relazionale viene coinvolta nel disagio, infatti, la scoperta della sterilità individuale o di coppia crea momenti di preoccupazione e di tensione coniugale. Ciò può portare ad una caduta del livello di autostima, all’insorgere di insicurezze, di sensi di colpa, di inferiorità ed al verificarsi di vere e proprie “crisi d’identità”, sia nei casi di sterilità maschile che femminile.
Un’altra conseguenza della sterilità sono i molti disagi coniugali che si rilevano nella sfera della sessualità; c’è senz’altro una perdita di spontaneità nell’atto sessuale. La condizione di infertilità suscita, infatti, i fattori inibitori dell’esperienza sessuale intesa come evento lucido, quasi a voler banalizzare un rapporto che di fatto non può essere finalizzato alla riproduzione.
Ciò che in realtà coinvolge l’individuo e di conseguenza crea una profonda disarmonia nel rapporto di coppia è “la paura dell’intimità “, la riduzione dell’attrazione fisica nei confronti del partner, la mancata iniziativa nell’intraprendere l’atto sessuale, la diminuzione del desiderio e del grado di soddisfacimento sessuale. Riguardo ai disturbi sessuali più frequentemente rilevati emergono nell’uomo  disturbi dell’eiaculazione, dell’erezione e del desiderio.
Si riscontra che la sessualità può diminuire di intensità, ma ancora più importante, si scevra di quelle caratteristiche ludiche e relazionali che la distinguono, perché la finalità dell’attività sessuale è la sola ricerca della gravidanza. In aggiunta parlando di alterazione della sessualità si deve prestare particolare attenzione alle relazioni che si possono instaurare tra sessualità e infertilità. Comunque a seguito di una diagnosi di sterilità la coppia può andare incontro ad una diminuzione dei rapporti sessuali o viceversa ad un sostanziale aumento, ma come riportato sopra i soggetti vivono questi rapporti in maniera finalizzata al concepimento. Risulta rilevante  uno studio condotto da Ugolini e Baldassarri sulle valutazioni della vita sessuorelazionale in uomini affetti da sterilità. Le autrici riportano che sia gli uomini quanto le donne poste di fronte ad una diagnosi di sterilità si percepiscono imperfetti, incapaci e la loro sessualità è vissuta come se fosse finalizzata a nulla (Ugolini, Baldassarri, 2001). Dove il sentimento predominante è il vuoto : il vuoto che avverte la donna, il vuoto dell’essere andato a vuoto dell’uomo.Pertanto è in base a queste considerazioni che si pensa sia indispensabile una collaborazione tra tecnici della salute, una collaborazione che vada a beneficio della coppia che si reca presso un Centro di procreazione medicalmente assistita.

L’importanza del supporto psicologico nella diagnosi di sterilità

Un obiettivo fondamentale diventa la consulenza psicologica al fine di identificare le situazioni a rischio sia individuali che di coppia. Mentre per alcuni casi è sufficiente un semplice intervento di supporto, per altri può rivelarsi opportuno un intervento psicoterapeutico.
In relazione alle esigenze individuate, gli approcci terapeutici indicati possono essere diversi: un trattamento psicodinamico individuale o di coppia, tecniche di rilassamento e di riduzione dello stress, terapie cognitivo-comportamentali, terapia sessuale di coppia, gruppi di sostegno, etc. Il fine di questi interventi terapeutici non è di ottenere un concepimento ma piuttosto di facilitare la risoluzione della crisi di infertilità e di contenere l’insorgenza di situazioni di scompenso in soggetti con potenziale psicopatologia sottostante.
Inoltre, la consulenza può fornire un prezioso aiuto nell’affrontare i trattamenti di fecondazione assistita ed il loro eventuale fallimento. In particolare il verificarsi di ripetuti fallimenti induce la coppia a confrontarsi in modo realistico con l’impossibilità di avere figli ed in tal caso il supporto psicologico può facilitare la scelta di soluzioni che possono sfociare nell’adozione o nel prefigurarsi e progettare una vita senza figli.

Dott.ssa Anna Sorrenti, Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa